Tipologie di rum
Il rum è distillato in oltre 80 paesi e le metodologie per produrlo utilizzano le tecniche più diverse, che coinvolgono il tipo di materia prima (melassa, succo, sciroppi), il tipo di fermentazione (spontanea o con lieviti) la distillazione (continua o discontinua), l’invecchiamento (botti di rovere, quercia, inox), il luogo d’invecchiamento (tropicale, continentale). Da tutte queste combinazioni nascono tipi di rum del tutto diversi e difficilmente confrontabili e questo al contrario di altri distillati come whisky, cognac, armagnac, ecc. ha generato una certa confusione nel mercato.
L’origine di questa moltitudine di tipi di rum può essere in parte ricondotta alla storia coloniale, che ha portato inglesi, francesi e spagnoli a colonizzare i Caraibi, dando vita a tre scuole di rum molto diverse per tecniche di distillazione, con addirittura tre denominazioni discordanti cioè rum, rhum e ron. Esistono delle denominazioni di origine controllata relative ad alcuni paesi produttori che hanno provato a normare i tipi di rum con disciplinari più o meno accurati, che servono a garantire l’autenticità del rum.
Tra di essi possiamo ricordare quelli del rum del Venezuela, del rum del Guatemala, del rum di Cuba, di quello giamaicano , di quello di Madeira (Indicazione Geografica Protetta) e infine il più completo, quello del rhum agricole della Martinica, che affronta tutti i temi della produzione del rum definendo materia prima, fermentazione, metodi di distillazione ed invecchiamento. Per cercare di definire i tipi di rum ci atterremo alle categorie che lo definiscono in termini commerciali e alle ricerche più comuni che vengono svolte sul web, solitamente riguardanti la metodologia di produzione (A), il colore (B), l’intensità e la gradazione alcolica (C) e l’invecchiamento (D). Elencheremo poi altri tipi di rum molto ricercati, ma che rappresentano delle evoluzioni delle categorie precedenti.
Tipi di rum
TIPI DI RUM PER METODOLOGIA DI PRODUZIONE: COMMERCIALE – AGRICOLO – TRADIZIONALE
Rum commerciale
Rum agricolo
Rum tradizionale
TIPI DI RUM PER COLORE: BIANCO – SCURO – NERO
Rum bianco
Rum ambrato – scuro
Rum nero
TIPI DI RUM PER INTENSITA’ E GRADAZIONE: LIGHT – HEAVY – OVERPROOF
Rum light – morbido
Rum forte – heavy
Rum overproof -barrel proof
TIPI DI RUM PER INVECCHIAMENTO: ANEJO – EXTRA ANEJO – VO – VSOP – XO
Rum Anejo – Rum Extra Anejo
Rum VO – Rum VSOP
Rum XO
Tipi di rum per metodologia di produzione: commerciale – agricolo – tradizionale
RUM COMMERCIALE
Per rum commerciale ci si riferisce alla scuola spagnola del rum, quella che ha fatto cambiare la storia di questo distillato trasformandolo dal drink dei marinai all’ingrediente preferito di molti dei più noti cocktail al mondo come il Mojito e il Daiquiri. Gli spagnoli sono stati gli ultimi a iniziare a produrre rum ai Caraibi (più di cento anni dopo francesi ed inglesi) e forse proprio per questo hanno approcciato questo distillato con un’ottica commerciale più spinta, riuscendo a far conoscere il rum in tutto il mondo.
Il merito spetta principalmente al catalano Facundo Bacardi, che giunto nel 1860 a Cuba decise di rivoluzionare il mondo del rum, creando un distillato dal gusto leggero del tutto differente da quelli contemporanei molto più “potenti”. Per farlo si avvalse delle tecniche produttive tipiche dello Sherry spagnolo e dell’invenzione della colonna di distillazione continua, capace di produrre grandi quantità di rum in modo economico. Per scoprire tutto sul rum commerciale puoi approfondire alla pagina dedicata al rum commerciale.
RUM AGRICOLO
Il rum agricolo è un tipo di rum che si è sviluppato successivamente al rum tradizionale, nato nelle colonie francesi e inglesi già alla fine del 17° secolo distillando la melassa da zucchero. Infatti, il rum agricolo nasce solo negli anni 20 del ‘900 in Martinica, utilizzando al posto della melassa il succo di canna da zucchero. La svolta che portò a distillare questa materia prima più costosa fu determinata dal crollo del mercato dello zucchero di canna che avvenne proprio negli anni precedenti, che rese infruttiferi gli zuccherifici e quindi ridusse la produzione della melassa cioè del residuo della produzione dello zucchero, utilizzata fino a quel momento per fare il rum.
Successivamente altri paesi come ad esempio Guadalupe, Guyana Francese e altri di origine francese hanno sviluppato questa tipologia di rhum agricole, ma l’unico rum agricolo che si può fregiare di una A.O.C (denominazione di origine controllata) è quello della Martinica. Esistono nel mondo anche altri produttori di rum agricolo, come quelli dell’Isola di Madeira che può vantare anche un riconoscimento come prodotto d’indicazione geografica protetta (IGP) e quelli dell’ Isola della Riunione e di altre Isole dell’Oceano Indiano. Il rum agricolo sta riscontrando un crescente successo presso il pubblico internazionale, per approfondire puoi leggere qui.
RUM TRADIZIONALE
Il rum che possiamo definire tradizionale è quello di origine inglese, il primo rum prodotto ufficialmente al mondo nell’isola di Barbados nel 1647. Gli inglesi decisero di investire fortemente sul rum sui territori di tutte le loro colonie caraibiche, perché al contrario di spagnoli e francesi non disponevano di grandi quantitativi di distillati prodotti in patria e quindi dovevano acquistarli dalle potenze avversarie. Da questo deriva la scuola tradizionale del rum inglese sviluppata a cavallo del ‘700 nelle colonie caraibiche come Barbados, Giamaica, Guyana Inglese e successivamente anche in India.
La produzione era inizialmente rivolta ai marinai della Royal Navy che venivano dotati di un quantitativo quotidiano di rum (il Tot), poi successivamente, con l’affinarsi del distillato, il rum divenne anche molto apprezzato in patria. Il rum tradizionale inglese è prodotto normalmente con la melassa di canna da zucchero, con lunghe fermentazioni naturali e l’utilizzo di alambicchi discontinui Pot Still. Esistono ancora distillerie che fanno il rum tradizionale, proprio come si faceva 250 anni, per approfondire puoi leggere la storia del rum giamaicano Hampden.
Tipi di rum per colore: bianco – scuro – nero
RUM BIANCO
Il bianco non è il colore naturale del rum, se per rum intendiamo un distillato invecchiato in botti di legno. Infatti, il rum bianco invecchiato (sempre un’invenzione di Bacardi con il suo Bacardi Carta Blanca) è ottenuto sbiancando il colore del distillato con dei filtri che ne rimuovono la pigmentazione scura. Ormai esistono molti esempi di rum invecchiati bianchi soprattutto a Cuba, la vera patria del rum bianco.
Esistono però altre due tipologie di rum bianco: quello non invecchiato, il più noto è il rum bianco giamaicano e quello invecchiato in botti di inox: il rhum agricole bianco della Marinica. Già dai suoi esordi il rum bianco cubano è stato associato al mondo dei cocktail a base di rum come i celeberrimi Mojito, Daiquiri, Cuba Libre , mentre il rum bianco giamaicano è utilizzato soprattutto in patria per cocktail a base di rum e soda o nel classico Mai Tai di scuola americana. Puoi approfondire tutto sul rum bianco qui.
RUM AMBRATO SCURO
Il rum è scuro. Vi risponderà così gran parte delle persone interrogate sulla tonalità di questo distillato. In realtà all’uscita dagli alambicchi il distillato, che è un’acquavite e non si può definire ancora rum, sarà trasparente e non ambrato o scuro. La tonalità verrà conferita attraverso l’invecchiamento del rum che produrrà rum ambrati o anche più scuri, ma non solo in proporzione alla durata dell’invecchiamento, ma anche per altri fattori come ad esempio il tipo di botte, la dimensione della botte e i luogo di invecchiamento.
Il fatto che generalmente il pubblico consideri i rum più ambrati o scuri come più invecchiati e quindi più pregiati ha portato i produttori ad accentuare le tonalità del distillato, con metodi più o meno opinabili. Si va dall’aggiunta di caramello lecita in molti paesi, alla infusione di trucioli di quercia autorizzata dall’AOC della Martinica, fino ad arrivare a pratiche più scorrette come i veri e propri coloranti. Il colore di questi rum può avere delle gradazioni molto variabili, che vanno dai colori paglierini a quelli dorati, all’ambra chiaro, all’ambrato scuro fino a giungere a colori assimilabili al mogano.
Il rum ambrato o scuro è prodotto in tutto il mondo e una distinzione netta tra questa moltitudine di proposte potrebbe essere quella di distinguerli tra rum prodotti da botti di una sola annata come l’agricolo Rum Bally Millesimato e quelli con un blend di rum differenti, come lo Zacapa Royal che miscela con il metodo Solera annate con invecchiamento variabile tra i 6 e i 25 anni. Si tratta comunque della tipologia più sviluppata nel mondo del rum, solitamente associata al mondo della degustazione e non dei cocktail, per approfondire l’argomento puoi leggere l’articolo sul rum scuro.
RUM NERO
Il rum non può essere nero, se non con l’aggiunta di spezie o coloranti, oppure può avvicinarsi molto a questo colore invecchiandolo con botti fortemente carbonizzate. Si tratta ancora, come per i rum scuri di cui viene accentuata la tonalità bruna, più di un’esigenza commerciale che il sintomo di vero invecchiamento.
Tra i rum neri presenti sul mercato, grande successo sta riscuotendo il rum speziato (altra tipologia di rum) prodotto con rum di Trinidad & Tobago: si tratta del rum Kraken, che con una attentata campagna di marketing e la particolarità della sua bottiglia e del suo colore ha attirato un nuovo pubblico di giovani appassionati. Un altro rum nero è il rum Don Papa 10 anni , con un invecchiamento di sette anni in botti di rovere e una seconda affinatura in botti fortemente carbonizzate che gli conferiscono la colorazione molto scura. Puoi leggere qui il nostro articolo sul rum nero.
Tipi di rum per intensità e gradazione: light – heavy – overproof
RUM LIGHT – RUM MORBIDO
Vengono definiti light o morbidi i rum, solitamente prodotti nelle ex colonie spagnole come Cuba, Colombia, Venezuela, Portorico, Guatemala caratterizzati da un palato poco aggressivo e note tendenti alla dolcezza del caramello. L’evoluzione per questa tipologia di rum è partita dal grande successo dei rum prodotti a Cuba a partire da ‘800 e si è ampliata fino a raggiungere luoghi lontani come le Filippine, anch’essa una ex colonia spagnola.
Per questa tipologia di rum la ricerca è tesa al raggiungimento di una piacevolezza olfattiva e al palato che li rende gradevoli sia nella degustazione che nei cocktail, vista la dolcezza e le note fruttate che la contraddistingue. Piacciono particolarmente a chi preferisce bere il rum in occasioni conviviali e visto l’origine cubana sono disponibili sia nella colorazione chiara che in quella scura ottenuta con lunghi invecchiamenti tesi comunque a raggiungere l’armonia del distillato. Di questa categoria fanno parte importanti marche di rum, tra le quali possiamo ricordare oltre a Bacardi, Havana Club, Diplomatico, Matusalem, Zacapa, Santa Teresa. Il tipo di rum light è contrapposto al rum di origine giamaicana, cioè il rum Heavy.
RUM HEAVY – RUM FORTE
Il rum Heavy per eccellenza è il rum giamaicano, un rum carico di esteri cioè di quelle particelle che grazie alla distillazione a bassa temperatura migrano dal mosto di melassa fermentato al distillato. Queste particelle sono le protagoniste di questi rum fortemente aromatici amati soprattutto nel mondo anglosassone e dagli esperti di rum che ne apprezzano le note olfattive e al palato particolarmente pronunciate.
Il rum Heavy quindi al contrario dei rum light non viene considerato un rum adatto ai neofiti, a chi si approccia per le prime volte al mondo del rum, proprio perché si discosta dai canoni classici del rum commerciale. Nell’acquisto di una bottiglia di rum Heavy bisogna fare attenzione al contenuto di esteri, solitamente evidenziato sull’etichetta: si va 60/120 mg di esteri per 100 ml di Alcol (rum di bassa intensità) ai 1500/1600 mg di esteri per 100 ml di Alcol (rum molto intenso). All’origine di questi rum, spesso ci sono ancora distillatori che perpetuano una metodologia tradizionale che viene tramandata da più di 250 anni, come nel caso del rum Hampden.
RUM OVERPROOF – BARREL PROOF
L’acquavite che darà origine al rum, dopo la sua distillazione avrà una gradazione alcolica variabile tra i 65-75° con i metodi discontinui di distillazione, oppure attorno ai 95° nel caso distillazione continua. Questo significa che il rum, anche quando sarà invecchiato avrà delle gradazioni che mal si conciliano con le esigenze del mercato che solitamente predilige gradazioni attorno o di poco superiori ai 40°.
Per raggiungerle nella stragrande maggioranza dei casi si provvederà a diluire il distillato, ma nel caso dei rum overproof o barrel proof questa diluizione sarà ridotta o addirittura inesistente. La tradizione del rum overproof nasce con la marina britannica e la cosiddetta prova (proof) che consisteva nell’unire della polvere da sparo al brandy, per poi provare ad incendiarlo. Solo nel caso di brandy e successivamente di rum con gradazione superiore ai 57°,15 il composto prendeva fuoco e poteva esserne approvato l’acquisto.
Da quella volta rum overproof significa rum a gradazione superiore a questa soglia e ne esistono ancora molti in commercio come ad esempio il rum giamaicano Hampden. Il rum barrel proof è invece proprio un rum alla gradazione del barile, quindi non diluito. Non esistono molti esempi di questo rum dalle fortissime gradazioni (anche oltre i 70°), ma solo esempi illustri come gli imbottigliamenti della Velier del mitico rum Caroni.
Tipi di rum per invecchiamento: ANEJO – EXTRA ANEJO – VO – VSOP – XO
RUM ANEJO – RUM EXTRA ANEJO
Le definizioni di rum anejo o extra anejo sono tipiche dei rum di scuola spagnola e vengono utilizzate in qualche caso anche a sproposito, visto che non è ben chiaramente comprensibile a cosa siano riferite le diciture e quali rum in caso di blend siano presenti nella bottiglia.
Anche la recente denominazione di origine che disciplina il rum cubano (2013) non ha stabilito in termini perentori il significato di anejo ed extra-anejo, possiamo però riferirci ai prodotti di Havana Club che appartengono come tutti quelli cubani alla denominazione di origine per scoprire che L’Havana Club 3 anni così come l’Havana Club 7 anni è proposto come rum anejo, mente per un rum extra-anejo il riferimento è quello dell’Havana Club Maximo, che come recita il sito web “è realizzato artigianalmente, miscelando le riserve di rum più pregiate e antiche”, ma senza un’indicazione delle età dei rum presenti nel blend. Anche in repubblica Dominicana vengono utilizzate questo tipo di denominazione: ad esempio dal ron Brugal Anejo, composto da rum di età compresa tra i 3 e cinque anni e il Brugal Extra-Viejo che vanta un’ulteriore invecchiamento di 8 anni.
Questo tipo di denominazione del rum dà delle indicazioni non univoche, ma è utile ai brand per differenziare i propri prodotti, così come avviene (in modo ancora più confuso) per le tipologie di rum Premium e rum Super Premium.
RUM VO – RUM VSOP
Le denominazioni di rum VO e VSOP ed Extra Vieux sono state introdotte ufficialmente dall’AOC del Rhum Agricole Martinique nel 1996 e riprendono parzialmente quelle usate in Francia per il cognac. Come per tutto ciò che riguarda il disciplinare dell’AOC (denominazione di origine controllata) di questo tipo di rum, la ratio è quella di fornire una certificazione garantita da attenti controlli del reale invecchiamento del rum.
La denominazione comprende altri due tipi di classificazione che sono costituite dal Rhum Blanc, invecchiato in botte minimo per un minimo di tre mesi e il Rhum Elevè sous bois, invecchiato in botte per un minimo di dodici mesi. Ma la classificazione più importante riguarda i tre rhum più invecchiati:
Rhum VO sarà un rum invecchiato in botte per un minimo di tre anni;
Rhum VSOP sarà un rum invecchiato in botte per un minimo di quattro anni;
Extra Vieux sarà un rum invecchiato in botte per un minimo di sei anni;
I rhum Extra Vieux vengono denominati in alcuni casi anche come XO come ha fatto la distilleria Clement della Martinica, per il suo rhum Clement XO, in quanto Extra Old (XO) non è altro che la traduzione in inglese di Extra Vieux.
RUM OVERPROOF – BARREL PROOF
L’acquavite che darà origine al rum, dopo la sua distillazione avrà una gradazione alcolica variabile tra i 65-75° con i metodi discontinui di distillazione, oppure attorno ai 95° nel caso distillazione continua. Questo significa che il rum, anche quando sarà invecchiato avrà delle gradazioni che mal si conciliano con le esigenze del mercato che solitamente predilige gradazioni attorno o di poco superiori ai 40°.
Per raggiungerle nella stragrande maggioranza dei casi si provvederà a diluire il distillato, ma nel caso dei rum overproof o barrel proof questa diluizione sarà ridotta o addirittura inesistente. La tradizione del rum overproof nasce con la marina britannica e la cosiddetta prova (proof) che consisteva nell’unire della polvere da sparo al brandy, per poi provare ad incendiarlo. Solo nel caso di brandy e successivamente di rum con gradazione superiore ai 57°,15 il composto prendeva fuoco e poteva esserne approvato l’acquisto.
Da quella volta rum overproof significa rum a gradazione superiore a questa soglia e ne esistono ancora molti in commercio come ad esempio il rum giamaicano Hampden. Il rum barrel proof è invece proprio un rum alla gradazione del barile, quindi non diluito. Non esistono molti esempi di questo rum dalle fortissime gradazioni (anche oltre i 70°), ma solo esempi illustri come gli imbottigliamenti della Velier del mitico rum Caroni.
RUM XO
Il rum XO ormai è diventato il sinonimo di rum invecchiato a lungo, ed è quindi la denominazione associata ai rum più importanti proposti da una distilleria. L’elemento che accomuna tutti i rum XO è l’invecchiamento minimo di sei anni, che può essere riferito a un solo tipo di rum oppure – nel caso di rum blended – all’età del rum più giovane che viene miscelato. I rum di scuola spagnola come il Rum Zacapa Centenario XO Solera appartengono a quest’ultima categoria e infatti sarà composto da rum che vanno dai 6 anni (età minima per considerare un rum XO) ai 25 anni di invecchiamento.
Non si può fregiare invece di questa definizione, pur essendo un ottimo rum il Barcelò Imperial che è composto da un blend di rum che vanno dai 4 ai 10 anni. L’età media quindi è di sette anni, ma il rum più giovane è di quattro anni e quindi di età inferiore a quella consentita per definire un rum XO. Il rum XO è prodotto in tutto il mondo, con diverse metodologie e materie prime (melassa o succo di canna): tra gli altri possiamo segnalare ottimi rum come: Ron Millonario XO, Plantation Rum Barbados XO, Saint James XO rum. Per scoprire tutto su il rum XO puoi leggere qui.
Altri tipi di rum
Esistono in commercio ancora altri tipi di rum, spesso riconducibili alle tipologie descritte in precedenza oppure che rappresentano semplicemente delle classificazioni fantasiose. Possiamo segnalare tra le più conosciute il rum speziato, apprezzato soprattutto dai più giovani, che solitamente è composto da un distillato di rum con aggiunta di spezie come cannella, chiodi di garofano, zenzero e tante altre ancora.
Sono prodotti anche da brand famosi come Legendario, Bacardi, Kraken, Capitan Morgan. Il Rum al miele che in realtà non è un rum, ma un liquore visto che non raggiunge i 37, 5° (il minimo per essere definito un rum), conosciuto soprattutto per quello prodotto alle Canarie il Ronmiel. Un altro prodotto che viene associato al rum senza possederne le caratteristiche è il cosiddetto Rum Fantasia, ottenuto miscelando alcol e caramello con una parte marginale composta di vero rum. Si tratta di un “rum” più economico, utilizzato soprattutto in cucina.
Il rum Navy invece è una tipologia di rum eredi della tradizione militare della Royal Navy britannica, che giornalmente distribuiva ai propri marinai una razione quotidiana di rum. Solitamente di tratta di blend di rum distillati ed invecchiati da due o più delle seguenti ex colonie: Barbados, Giamaica, Guyana e Trinidad. Infine, altre denominazioni solo commerciali (spesso fantasiose e di scarso significato) sono: Rum Premium, Rum Super Premium, Rum Ultra Premium, Rum Dark, Rum Chiaro, Rum Ambrato, Rum Oro, Rum Fantasia, Anejo Reserva e molte altre ancora.